Sei un professionista e non sei sicuro se sia il caso di promuoverti sui social, perché il tuo è un mestiere difficilmente “comunicabile”? Ecco in base a che cosa puoi capire se sia il caso di cimentarti con Facebook e simili.
In questo articolo:
Perché un professionista deve stare sui social?
“Devi promuoverti sui social network”. Ormai è diventato una sorta di mantra ripetuto allo sfinimento a qualsiasi professionista o proprietario di attività commerciale. E in effetti non è un’affermazione immotivata, perché Facebook, Instagram, Twitter, Pinterest e via dicendo sono strumenti potenti, facili da usare ed economici (almeno a un livello base) per comunicare con la propria clientela e per trovare nuovi interessati.
Invece, perché no?
Se è vero che grazie a Facebook e compari c’è un intero mondo di opportunità a portata, e pure in maniera virtualmente gratuita, perché non aprire, allora, un account su tutti i social network esistenti, o quantomeno sui principali?
Perché è un “lavoro nel lavoro”
Già curare un singolo account su un social network richiede tempo e impegno… figurarsi tre o quattro!
Perché non tutti i lavori sono uguali
Non tutte le professioni sono ugualmente comunicabili sui social, e soprattutto su determinati social. È facile, ad esempio, coinvolgere il proprio pubblico quotidianamente quando si ha un locale o un ristorante, con aggiornamenti frequenti su serate a tema, new entry nel menu e via dicendo.
Un po’ più difficile riuscirci quando si svolge una professione “tecnica” e di comprensione meno immediata da parte dei non addetti ai lavori, come può essere ad esempio per un ortodontista o un avvocato.
Perché lo puoi fare bene o lo puoi fare male
Quindi, devo oppure non devo tenere un profilo social, se il mio lavoro rientra in questa casistica. La risposta è: sì. O meglio, dipende. Dipende innanzitutto, da come lo si fa e dal tono di voce che si utilizza.
Allora, come comunicare sui social?
Non annoiare il tuo pubblico
Se ad esempio, come si diceva, ti occupi di ortodonzia, è normale e anzi giusto che sulla tua pagina Facebook tu parli dell’argomento, dei servizi che offri e delle novità in materia. Ma se finisci per scrivere solo di dettagli tecnici, rischi di alienare la tua audience, senza contare che sui social network le persone si aspettano, in media, un tipo di comunicazione più diretto e meno “ufficiale”.
Non confondere pubblico e privato
Di contro, a dispetto di quale sia il tuo mestiere, potresti avvertire la tentazione di utilizzare il tuo account social professionale come se fosse quello privato, postando per lo più foto di gattini, video buffi, gif trovate su internet o, peggio ancora, esternazioni di carattere politico. Meglio evitare (va bene, magari un paio di foto di gattini te le puoi anche permettere… dopotutto, a chi è che non piacciono i gattini?).
Professionista, anche se social
Ricordati che, per quanto sui social ci si aspetti un approccio meno formale, è altresì vero che se sei un professionista, i tuoi (potenziali) clienti si aspettano che tu ti comporti come tale.
Mettila così: per quanto il contesto sia completamente differente, anche sulla tua pagina Facebook è come se ti trovassi all’interno del tuo studio professionale, per cui con i dovuti aggiustamenti devi comportarti di conseguenza. Non per questo devi essere noioso o distante, come si diceva. Il tutto sta nel trovare il giusto equilibrio.
Osa… ma usa la testa
Non è che sia vietato sperimentare e osare – come dimostra il caso dell’agenzia funebre Taffo, che spopola sui social con post simpatici e irriverenti – ma in questo caso è necessario farsi seguire da un’ottima agenzia o da un social media manager davvero in gamba, altrimenti il rischio di autogol è altissimo.
E anche in questo caso, tieni conto che non necessariamente maggiore visibilità significa migliori risultati: se anche riesci a far condividere i tuoi contenuti da migliaia di persone, ma poi nessuno si rivolge a te – esempio ipotetico: “Lo seguo sui social perché mi fa morire dal ridere, ma io da uno che scherza su tutto non andrei a farmi trapanare i denti!” – allora ti stai dando tanto da fare per nulla.
I pericoli del “deserto” social
Ma non è solo un problema di tono: si tratta anche di avere qualcosa da comunicare, il che non è affatto scontato. Il detto “chi non ha niente da dire, è meglio che non dica niente” è valido anche sui social. Anzi, di questi tempi verrebbe da dire che è valido soprattutto sui social.
Ma è anche vero che un profilo “deserto”, non aggiornato o aggiornato di controvoglia, comunica un senso di abbandono o di trasandatezza. Un po’ come passare davanti a una vetrina e vederla sempre polverosa o con la saracinesca abbassata.
Piuttosto che avere una pagina Facebook aggiornata ogni tre o quattro mesi, allora è meglio non averla proprio. Questo è un problema che si può risolvere con un po’ di creatività e, soprattutto, con un buon piano editoriale.
Quali social in base alla tua professione
C’è poi la questione di quali social scegliere. Ogni vetrina che aggiungiamo, infatti, richiede uno sforzo maggiore. E non è detto che porti dei risultati. Meglio quindi limitarsi a quelli che risultano utili nel tuo caso.
Professionisti e social: Facebook
Diciamo che, all’attuale stato delle cose, se si vuole fare presenza sui social in Italia, Facebook rappresenta un po’ il “grado zero”, insomma, il punto di partenza imprescindibile, su cui un po’ tutti (anche qui si potrebbe discutere, ma stiamo parlando a livello generale) dovrebbero esserci. Prendilo, quindi, come il primo step nel portare la tua professione sui social network. Per quanto riguarda gli altri, dipende dalla tua professione.
Professionisti e social: Instagram e Pinterest
Social come Instagram o Pinterest, basati interamente su immagini e video, si sposano benissimo con professioni che permettono di creare un alto numero di contenuti audiovisivi, come potrebbe essere ad esempio per un atelier di moda o per una pasticceria: chi non vorrebbe vedere delle foto di un vassoio di cannoli appena sfornati, o il work in progress di un nuovo abitino vintage?
Ma se ti occupi di impianti di riscaldamento, il discorso si fa un po’ più complicato. Certo, anche in questo caso si può rimediare con un pizzico di creatività – ad esempio, hai una mascotte? Chissà che non possa diventare la prossima star di Instagram! – ma il discorso si fa comunque complicato.
Quindi lo apro o non lo apro, questo account?
Insomma, torniamo a noi: “Ma quindi se sono un professionista devo o non devo essere sui social?”.
Sì, se fai le cose per bene
Per riprendere ed espandere la precedente risposta: dipende se lo fai bene. In questo caso, assolutamente sì, perché puoi avere accesso a un bacino di clienti altrimenti irraggiungibile e puoi anche sfruttare le potenzialità dei vari servizi di ads.
No, se “lo fai per dovere”
Se invece lo fai così così, lo fai “perché lo devi fare” o addirittura lo fai male, allora anche no. Nessuno ti obbliga e anzi, forse eviti di farti del male. Questo se vuoi fare le cose in proprio. Altrimenti, è ovvio, c’è un’altra soluzione.
Non da solo, se ti manca il tempo
Tieni infatti conto che, anche se potenzialmente sei in grado di gestire uno o più account social in maniera impeccabile, è possibile che tu non ci riesca per la mancanza di una risorsa preziosissima: il tempo.
Presenziare i social, per quanto possa sembrare un’attività smaltibile in pochi clic, è più complesso di quanto si possa pensare, e tra una cosa e l’altra porta via ore preziose, che probabilmente preferisci sfruttare per fare altro.
Professionisti sui social: affidati a un’agenzia
Per presenziare i social giusti nel modo giusto, allora, è probabile che ti convenga affidarti a un’agenzia in grado di svolgere questo compito al posto tuo.
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